Intervento di recupero per il complesso monumentale della Città della Musica

Da sabato, 31 ottobre, quattro trifore con archi e decorazioni in tufo nero impreziosiscono Villa Rufolo, a Ravello.
“Longanesi sosteneva che alla manutenzione spesso si preferisce l’inaugurazione – ha detto il presidente della Fondazione Ravello, Domenico De Masi, nel corso della presentazione del restauro delle facciate del complesso monumentale – Il primato di Ravello è che qui stasera si è inaugurata una manutenzione. Il protagonista assoluto di tutto questo è Secondo Amalfitano che ama questa villa più di ogni altro ravellese”. De Masi, che in mattinata ha presieduto un consiglio di indirizzo presso la sala Frau in viale Wagner, ha ricordato l’importante ruolo sociale svolto a Ravello nel 1800 da due grandi personaggi quali Lord Grimthorpe (Villa Cimbrone) e Neville Reid, filantropo e ultimo proprietario del monumento oggi riportato al suo antico splendore. “Due inglesi che hanno portato qui il meglio del mondo e che qui hanno educato un sacco di gente”, ha detto il presidente di Fondazione Ravello che poi ha ricordato l’impegno per acquisire un altro storico manufatto della città della musica: la Rondinaia di Gore Vidal. “Quando con Amalfitano ci impegnammo per far vendere la Rondinaia alla Regione – ha ricordato De Masi – Vidal disse che non si fidava del pubblico. Oggi Villa Rufolo rifiorisce e male fece a non vendere alla Regione. Oggi ci sarebbe anche una fondazione in suo nome”. Prima della visita e la scoperta dei restauri e degli interventi realizzati in associazione temporanea di impresa da Salvatore Ronga srl, Dielle lmpianti srl e Impresa edile Ferrigno Michele sas, è stato il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano, a illustrare con l’ausilio di immagini la metamorfosi del monumento. Un sorta di com’era e com’è oggi la storica residenza appartenuta alla potente famiglia dei Rufolo. “Oggi trionfano le istituzioni pubbliche – ha detto Amalfitano – Perché in questa avventura c’è tanto di pubblico: dagli accordi fatti con enti e università fino al supporto offerto negli interventi di restauro dalle istituzioni coinvolte come il comune, la soprintendenza. Saccheggiata dopo la morte di Neville Reid, Villa Rufolo ha vissuto un periodo di declino e di abbandono per l’assenza di un progetto. E quello che oggi è Villa Rufolo rappresenta il frutto di un progetto complessivo ma più ancora di un lavoro di squadra: dopo oltre cento anni dalla morte di Neville Reid (1892) oggi, Villa Rufolo, ha un progetto complessivo che stiamo realizzando tassello dopo tassello facendo seguire agli annunci puntuali realizzazioni. Abbiamo trovato tracce di interventi provvisori e precari per fronteggiare infiltrazioni e umidità, gli infissi che non tenevano neanche più l’acqua e il freddo, parti pericolanti di cornicioni, balconi costruiti per ricavare bagni, colonne fecali e tubi di scolo che passavano tra i fregi delle trifore riportate alla luce. Insomma questo monumento dal punto di vista statico non stava affatto messo bene ed a confermarlo sono state le indagini fatte con infrarossi e termo camere. Insomma durante i lavori abbiamo riletto il monumento acquisendo tanti altri elementi che se approfonditi ci consentiranno di riscrivere la storia del monumento”.

 

 

Mille anni di storia che a breve saranno raccontanti nella torre maggiore dove sarà allestito un museo a metà tra la realtà (con l’esposizione di reperti e suppellettili) e il virtuale grazie all’impiego di nuove tecnologie. “Il punto di partenza sarà la Sala Nevile Reid – ha annunciato Amalfitano – dove sarà collocato il busto di Luigi Cicalese (storico giardiniere di Villa Rufolo) donato dal nipote Pasquale Cappuccio alla Fondazione Ravello”. Ma non è tutto perché in memoria proprio del grande filantropo britannico il direttore di Villa Rufolo presto proporrà agli organismi della Fondazione l’istituzione di un fondo attivato con parte dei proventi dei biglietti di ingresso al monumento. “Neville Reid era un filantropo e questo potrebbe essere un modo per onorare la sua memoria creando un fondo da utilizzare per interventi di pubblica utilità” ha aggiunto Amalfitano. “Il patrimonio artistico e culturale è oggetto in questo momento di interventi cospicui grazie all’accelerazione della spesa che da un lato fa paura ma dall’altro sta dando la possibilità di mettere in cantiere importanti progetti – ha sottolineato il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier – Ravello oggi abbellisce uno dei suoi gioielli diventando sempre di più un modello da seguire per l’intera regione oltre a rappresentare un punto di riferimento per il territorio della Costiera Amalfitana”. Del ruolo di Ravello nei percorsi turistici d’eccellenza ha inoltre parlato il funzionario del Ministero dei Beni Culturali, Gennaro Miccio e il Commissario straordinario dell’EPT di Salerno, Angela Pace in rappresentanza degli enti proprietari di Villa Rufolo che dal 2006 è gestita da Fondazione Ravello. “Ravello è un luogo che produce cultura e alimenta il turismo – ha detto Angela Pace – E questo progetto che è diventato realtà costituisce a dare forza attrattiva al monumento diventato pubblico grazie a una felice intuizione di Roberto Virtuoso”. “Non abbiamo solo restaurato – ha aggiunto Gennaro Miccio – ma abbiamo dotato questo sito di servizi sempre più adeguati. Anche le decorazioni delle facciate sul lato sud della villa contribuiscono ad implementare le suggestioni. Il turismo oggi deve essere visto come un’azione combinata di elementi presenti sul territorio e offrire perciò il meglio delle specificità del territorio stesso”.