“La Syrentum? Una birra fatta da un mastro birraio attentissimo, in “camice bianco”, senza difetti e dotata di una sua forte personalità”. Parola di Lorenzo Dabove, uno dei più noti esperti di birra artigianale, ospite lunedì scorso alla presentazione del Birrificio Sorrento.
Tanti amici, addetti ai lavori (tra questi, Mario Cipriani, del birrificio Karma di Alvignano, nel casertano) e appassionati, quelli accorsi al Photo per prendere parte al battesimo di una realtà destinata a riportare la costiera sorrentina all’attenzione del mondo brassicolo italiano.

Merito di Giuseppe Schisano (quello in camice bianco) e Francesco Galano, che hanno creduto, investito e lavorato in un progetto che già sta destando l’interesse del grande pubblico e dell’alta ristorazione. Birra ad alta fermentazione, questa Syrentum, 5,5 gradi, che presente una caratteristica unica: l’aggiunta di bucce di limone di Sorrento Igp. Risultato, sentori di note citriche e una freschezza che si aggiunge a quella già presente nel corpo di questa bionda che parla campano.

Del resto fu proprio da qui, a Sorrento, che nacque il primo microbirrificio italiano.
“Tutti si ricordano della Birra St. Josef’s di Peppino Esposito, ma in realtà questo fu solo l’ultimo atto di un progetto nato qualche anno prima. L’idea di creare un birrificio nacque nello storico pub English Inn, dove ci incontravamo con i fratelli Cappiello ed altri amici per discutere della realizzazione del progetto”. A parlare è Gennaro Gargiulo, che a quel progetto partecipò in prima persona.

“Nel 1982 costituimmo la società della Bi.mi.sud – aggiunge – per finanziare l’acquisto di un primo impianto di piccole dimensioni ove brassavamo una ale inglese chiamata Chichester. Ben presto si rese necessario l’acquisto di un impianto che potesse soddisfare le richieste e capace di produrre una birra in stile tedesco. Fu a questo punto che coinvolgemmo l’amico Peppino Esposito”.
Il resto è storia nota. Il futuro, tutto da scrivere, con questa nuova, avvicente sfida.

Luigi D’Alise

nella foto (©Ago Press®) Francesco Galano, Lorenzo Dabove e Giuseppe Schisano